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INTERVENTI PARODONTALI


Parodontologia
La malattia parodontale (parodontite), che colpisce tre persone sucinque, una volta che si è instaurata,è molto difficile che regredisca spontaneamente: solo l'intervento del dentista specializzato porta al suo controllo e alla sua remissione. L'obiettivo che si deve raggiungere è di ottenere lo stato di salute gengivale, la riparazione dell'osso alveolare e il ripristino della forma e della funzione.

  




Diagnosi



- esame obiettivo : le gengive si presentano tumefatte, di colore rosso

 scuro, con perdita del contorno naturale, recessioni (vengono definite

"fessure di Stillmann") e sanguinamento;
- esame strumentale : è il cosidetto sondaggio parodontale. Viene fatto

 con appositi strumenti, sonde parodontali, con la punta millimetrata e

serve per accertare la presenza della tasca ossea e la sua profondità.

In condizioni di salute il sondaggio deve essere di 2-3 mm. e non ci

deve essere sanguinamento;
- esame radiografico : viene eseguito con radiografie mirate

(radiografie endorali) indispensabili per accertare l'esatto difetto osseo.

             



                                

Terapia



Dopo una accurata preparazione per eliminare placca, tartaro e tessuto infiammato,

la fase operatoria si diversifica a seconda dei casi. In generale gli interventi parodontali

che si eseguono sono:

 

- gengivectomia : è l'asportazione chirurgica della gengiva ipertofica,

senza danno osseo;


- curettage a cielo aperto : dopo aver scollato la gengiva, si asporta il

tessuto gengivale infiammato, si regolarizza l'osso e si levigano le

radici;

- innesto di gengiva : quando manca la gengiva aderente e con

situazione ossea favorevole, si preleva una banderella di gengiva da

un altro sito (normalmente dal palato superiore) e la si sutura nella

zona ricevente;


- lembi : consistono nello scollamento della gengiva e nel suo

riposizionamento, che varia a seconda del tipo di lembo.
.

Alcune volte si ricorre all'uso di biomateriali per riempire difetti ossei gravi e per aiutare la rigenerazione ossea. Il miglior materiale per ricostruire un difetto osseo è l'osso del paziente stesso prelevato da un altro sito buccale, dal mento o dall'anca, ma quando ciò non sia possibile per aumento del rischio chirurgico e per il costo dovuto al doppio intervento, si ricorre all'uso di polvere microcristallina di idrossiapatite (componente chimica dell'osso) preparata sinteticamente e in modo sterile, o ad osso di origine bovina opportunamente trattato. 

A protezione della zona dell'intervento si applicano membrane che sono di vari materiali e di vario tipo; possono essere riassorbili o non riassorbili e in quest'ultimo caso devono essere rimosse dopo alcuni giorni.

In situazioni particolari (età e salute del paziente) o per agevolare e stabilizzare gli elementi dentari compromessi, si può ricorrere alla tecnica dello splintaggio, intra o extracoronale, solidarizzando i vari denti tra di loro con materiale composito o con appositi altri materiali.